Mi chiamo Vittorio Martinelli, ho 28 anni e sono un avvocato.
Lavoro in una società multidisciplinare che si occupa di servizi alle imprese, tennista, ho la passione della scrittura e del cinema. Mi occupo di tematiche ambientali e animaliste e ho la passione della climatologia.
Mi sono candidato proprio nel momento in cui la delusione rispetto ai partiti tradizionali è tanta, l’ho fatto perché ho trovato un gruppo di persone con le quali siamo riusciti a creare una lista fondata esclusivamente per risolvere i problemi della nostra città in maniera obiettiva, senza personalismi e cercando di portare soluzioni e non chiacchiere.
I punti che vorrei affrontare fin da subito se sarò eletto sono:
1)Fare di Arezzo una città che sappia ragionare e agire con spirito collettivo: la nostra città ha potenzialità ed eccellenze enormi, ma le sfrutta in una percentuale minima. In parte, la responsabilità è nell’incapacità dei soggetti attivi del nostro territorio (imprese, associazioni di categoria o altri soggetti del terzo settore) di riuscire a “far rete”. La sfida della nuova amministrazione dovrà essere quella di proporsi come soggetto coordinatore e promotore di reti e iniziative che riescano a rompere l’eccessiva diffidenza che blocca lo sviluppo delle nostre realtà territoriali.
2) Una città bella e sicura, riqualificata e rivitalizzata in tutte le sue realtà, dal centro storico alle periferie. Oggi molte forze politiche usano il pretesto della sicurezza per fare campagne razziste inutili. Altre, all’opposto, eccedono in un buonismo generalizzato. Le mie proposte saranno: una sempre più funzionale e completa rete di video-sorveglianza, soprattutto perché una telecamera non guarda al colore della pelle; una migliore dislocazione delle forze di polizia municipale, che dovranno essere concentrate nelle zone sensibili della città e delle periferie; infine, un ruolo forte da assegnare alle associazioni, locali e multiculturali, che costituiranno un forte presidio sul territorio affinché i cittadini si riapproprino di quelle aree che sono state più trascurate negli ultimi anni.
3) Un rilancio delle politiche culturali, non più incentrate su pochi grandi eventi, ma in grado di proporre calendari ricchi di iniziative dei settori più disparati e che possano richiamare tanto il pubblico giovanile, quanto quello più maturo, che non siano “calate dall’alto”, ma riescano a coinvolgere e stimolare associazioni e artisti locali.
Il sogno che ho per Arezzo è quello di una città intelligente, economicamente attiva e vivace, al centro del panorama turistico, imprenditoriale ed artistico della Toscana e del Centro Italia.
La nostra città ha tutte le carte per poter rivestire questo ruolo. Sta alla nuova amministrazione riuscire a farle prendere questa direzione e accompagnarla in questo percorso. Sta a noi fare la nostra parte perché questo avvenga.