Sono Antonio Ortiz, nato a Buenos Aires 52 anni fa, da madre italiana e padre spagnolo. Oggi ho una moglie polacca e una figlia aretina.
Sono un imprenditore artigiano e ho una grande passione per la politica, una passione nata quando ancora vivevo in Argentina. Là c’era la dittatura che vietava tutto e io non pensavo ad altro che a trasgredire quei divieti. Durante una manifestazione un uomo anziano mi fece vedere le sue mani distrutte dal lavoro e piangendo mi disse: ”Lotta sempre per i più deboli e non smettere mai di pensare ad un futuro migliore per tutti”.
Se diventassi consigliere comunale farei proprio questo: darei voce ai tanti residenti stranieri che non possono votare, cercherei di costruire politiche per un benessere generale e aiuterei a creare occupazione e abitazioni popolari, perché nessuno rimanga indietro.
Vorrei occuparmi di semplificare il modo di comunicare fra il cittadino e chi lo rappresenta e vorrei che nelle scuole, i bambini e i ragazzi dicano la loro su come vorrebbero la propria città. Vorrei promuovere il turismo, magari facendolo col nostro artigianato. Perché a Murano i vetrai fanno turismo facendo vedere come lavorano e gli orafi ad Arezzo non potrebbero?
Lavorerò per vedere una città con una vera integrazione e per farla diventare il luogo nel quale far crescere i propri figli.